Arredamento classico nel centro di Milano.
Foto Enzo Trento.
L’idea di partenza era una orangerie, o almeno l’aspetto estetico, esterno, fatto di ampie vetrate, finestre ad arco, telai all’inglese. La prima bozza proposta alla committenza andava bene, si decise di proseguire su quella strada. La possibilità di un notevole sviluppo verticale, l’edificio ottocentesco ha camere di quattro metri di altezza, ci ha permesso di raggiungere i tre metri e sessanta per una larghezza di di cinque metri e, sfruttando al massimo lo spazio disponibile, mantenere una proporzione coerente ed equilibrata. Il telaio all’inglese doveva continuare sugli sportelli superiori e “chiudere” ad arco le specchiature sottostanti. Il motivo a “foglia” delle ante continua sui telaietti e sugli archi delle ante superiori. Le centine dei telaietti sono state tagliate e rifinite a mano e lavorate a mano libera su fresa. Abbiamo dovuto creare una “dima”, un modello per ogni telaio in centina, sia per l’angolo esterno che per quello interno. Gli incastri sono un misto di rasamento classico e controsagoma. Questi dettagli sono molto tecnici, ma, mi sono permesso di inserirli perchè simili lavorazioni si fanno sempre più raramente, e si sta perdendo la conoscenza dei metodi di lavorazione del legno massello persi, a volte per sempre, a causa dell’uso ormai prevalente dei legnami semilavorati. I bronzi in parte originali, in stile Impero, in parte riprodotti in fusione di ottone, completano la ferramenta. Dato lo spazio relativamente ridotto della camera, si è scelto di inserire specchi invece che pannelli o vetri trasparenti per “ampliare” lo spazio a disposizione. Gli interni sono rivestiti di cedro del libano non trattato per preservarne l’aroma, mentre l’essenza ligea della parte strutturale è in legno di tiglio.
Classic decor in the center of Milan.
The starting idea was an orangery, or at least the external appearance, made of large windows, arched windows, English frames. The first draft proposed to the client was fine, it was decided to continue on that road. The possibility of a notable vertical development, the nineteenth-century building has rooms of four meters in height, has allowed us to reach three meters and sixty for a width of five meters and, taking full advantage of the available space, maintain a consistent proportion and balanced. The English frame had to continue on the upper doors and “close” the mirrors underneath. The “leaf” motif of the doors continues on the frames and on the arches of the upper doors. The ribs of the frames have been cut and finished by hand and worked by hand on the cutter. We had to create a “template”, a model for each frame in centina, both for the external angle and for the internal one. The joints are a mixture of classic shaving and controsagoma. These details are very technical, but I allowed myself to insert them because similar processes are becoming more and more rarely, and we are losing the knowledge of solid wood processing methods lost, sometimes forever, because of the prevailing use of semi-finished wood. The partly original bronzes, in Empire style, partly reproduced in brass casting, complete the hardware. Given the relatively small space of the room, it was decided to insert mirrors instead of transparent panels or glass to “expand” the available space. The interior is covered with untreated Lebanese cedar to preserve its aroma, while the ligea essence of the structural part is in linden wood.